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Dal Vangelo
secondo Giovanni (1,1-18) [In principio era il Verbo,
Otto giorni dopo è ancora
Natale. La liturgia ripropone il prologo
di Giovanni. Continuare il Natale non è un
semplice ricordo di un importante evento. La nascita di Gesù ci interroga
ancora. C'è un'esigenza diffusa di
rinascita; tutti ne sentiamo il bisogno. Da un lato “sentiamo” che non è
possibile che le cose continuino come sono. Dall’altro continuiamo a dire
che è impossibile cambiare le cose e ancor più difficile trasformare il cuore
e la mente degli uomini: l’evidenza sembra togliere ogni illusione… Il Vangelo del Natale invece ci
dice che si può rinascere davvero. E’ una provocazione per
ciascuno di noi quella di aprire il nuovo anno con la prima pagina del Vangelo
di Giovanni: "In principio era il Verbo". "In principio", vuol dire
"al fondamento", all'origine, alla sorgente della vita, della mia e
della tua... La liturgia, il Celebrare la presenza di
Dio, ci invita a porre all'inizio di questo anno la Parola evangelica. Questo vuol dire rinascere:
ripartire dal Vangelo. Se non c'è il Vangelo a
fondamento delle nostre giornate, sarà vano il nostro impegno, sarà vano il
nostro sperare nel domani, saranno vuoti i nostri momenti di gioia e
insopportabile il peso del dolore …perché saremo privi della luce che è
venuta nel mondo, la luce che è vita (v. 4). Siamo chiamati anche quest’anno
a crescere con il Vangelo, ascoltandolo giorno dopo giorno, sfogliandolo e
leggendolo pagina dopo pagina, perché diventi parte della nostra vita
quotidiana. Le domeniche ci aiuteranno in
questo cammino assieme al Signore. Lo seguiremo nell'Epifania, nel suo
Battesimo, nella crescita a Nazareth, nella sua missione per le città e i
villaggi della sua terra, nel suo costruire passo passo il nuovo Regno, nella
sua passione, morte e resurrezione. Da Natale in avanti il Verbo, la
Parola evangelica, potrà divenire carne della nostra vita. Per mezzo di questa Parola,
infatti, Dio compie la sua opera, la sua storia di salvezza in noi e nel mondo. La salvezza non è una idea
astrusa: Dio si mostra con la comprensibilità della parola. E non è neppure una cosa
astratta: la parola di Dio si manifesta nella carne, nella vita. Potremmo dire che la parola
evangelica chiede di esser veduta, deve divenire fatto, vita concreta. Non a
caso i pastori esclamarono: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questa parola
che il Signore ci ha fatto conoscere" (Luca 2,15). Quella parola, che era fin da
principio, in quella notte divenne carne di un bambino.
Come si diventa figli di Dio?
L'evangelista scrive: "A quanti però l'hanno accolto ha dato il potere di
divenire figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue,
né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati
generati". Si diventa figli di Dio
accogliendo il Vangelo. E si cresce manifestando, nella povertà e nella
precarietà della propria vita, che le pagine evangeliche si fanno carne nel
nostro vivere. Questa è la legge
dell'incarnazione che diviene la via anche della rinascita di ognuno di noi. Auguri di buona rinascita per
ciascuno di noi. |